TUTTI (FELICEMENTE) IN RIGA!

Per chi pensava che le righe fossero appannaggio solo dell’estate quest’inverno rappresenterà una vera e propria sorpresa: infatti l’Alta Moda ha sfoggiato righe a più non posso, di mille colori, ad andamento orizzontale, verticale e anche obliquo, ma tutte con il minimo comun denominatore di essere in versione maxi. Allegre, spiritose, grintose, si accendono di colori e portano l’arcobaleno nel grigiore invernale…perché il bicolor quest’anno sembra davvero non bastare! Dimentichiamoci il rigore dei gessati mannish style alla Yves Saint Laurent (il cui fascino è peraltro indiscutibile e intramontabile) o il classicismo dello stile marinière e abbandoniamoci invece ad una danza di stripes multicolor che ci fanno sentire un po’ bajadere sudamericane alla Carmen Miranda. Le interpretazione sono davvero infinite e ci permetteranno di trovare la formula più giusta per noi: dal total look di Moschino (declinato in maxi stripes bicolore gialle e rosse) al multicolor di Sonia Rykiel, Ashish Fyodor, Golan, Marco De Vincenzo, Richard Malone, dal tocco vitaminico del solo capospalla (Marni, Genny, Emporio Armani,) alla versione in maglia di Missoni e Kenzo, dalla rielaborazione  con un tocco etnico che le rende ancor più particolari (Isabel Marant, Peter Pilotto, Alberta Ferretti, Giambattista Valli, ) Jil Sander all'uso negli accessori (dalle scarpe di Genny e Sacai alle sciarpe, cravatte, poncho, etc..- Arthur Arbesser, Alexander McQueen, Etro, Acne Studios,). Insomma non avremo che l’imbarazzo della scelta perché davvero sulle passerelle quasi tutti gli stilisti le hanno scelte, amate e proposte (Carolina Herrera, Ermanno Scervino, Schouler, Emilia Wickstead, Proenza, Akris,, Gabriela Hearst, Marques Almeida, Stella Jean,). Ma come è nata la passione per le righe? Stranamente quelle che ora sono associate alla vacanza e all’allegria in passato erano viste addirittura come una trasgressione e collegate a qualcosa di negativo (ad esempio le divise dei detenuti). Un’altra associazione “forte” è quella con le rivoluzioni e i movimenti di liberazione: a righe bianche, rosse e blu per quella francese e bianche e rosse per quella U.S.A. Nella moda però è ancora una volta Coco Chanel che riesce a trasportare quella che era allora una fantasia correlata ormai soprattutto all’abbigliamento marinière (partendo dalla classica maglia a righe blu e bianche dei pescatori Bretoni) sul palco della “moda d’autore”, donandole nuovo lustro e un posizionamento che da allora fece la storia, divenendo irrinunciabile per gli stilisti, per il jet set e per i grandi nomi dello spettacolo: Audry Hepburn, Jackie Kennedy, Andy Warhol, Brigitte Bardot, James Dean, Kate Moss, Mick Jagger fino a Kurt Cobain (che le trasportò le righe nel grunge), Jean-Paul Gautier (con il suo millerighe blu e bianco), Karl Lagerfeld, Ferragamo, Petit Bateau e Dior. Anche il movimento hippie degli anni ’60 ne subì il fascino, adottando le stripes non per l’aspetto del rigore ma per quello del colore, sinonimo di libertà, apertura e fusione con ciò che ci circonda. Da quanto scritto si deduce che quest’inverno sarà davvero impossibile per le più fashioniste rinunciare alla carica glamour e vitaminica che ci arriva come proposta dalle catwalks: che sia un maglione classico bicolore bianco e blu stile Breton, oppure una gonna maliziosa a righe e tulle che gioca con le trasparenze o un pantalone spiritoso a zampa con maxi stripes supercolorate che strizzano l’occhio agli anni ’60 fino agli abiti in versione mini o long, declinati a righe bicolor o rainbow, per finire con delle versioni ardite mix & match con fantasie floreali o con tessuti a contrasto, nessuna rimarrà immune da quella che davvero potremmo chiamare la “stripesmania

Laura Corigliano