WEARING WATCHES. Questione di stile?
“I don’t wear a Tank watch to tell the time. Actually I never even wind it” – Andy Warhol
Il rapporto fra l'uomo e il tempo è una questione ormai dibattuta dalla filosofia, dall'estetica e quotidianamente dalle persone stesse. L'orologio nasce ad hoc per scandire la vita dell'uomo e organizzare le ore, i minuti e i secondi in ticchettii. Il primo vero orologio da polso è datato 1868 e firmato dall'azienda svizzera Patek Philippe su commissione della contessa ungherese Koscowicz. Oggi, tuttavia, il grande strumento di scansione del tempo è ormai sostituito dai device che quotidianamente abbiamo a disposizione e che ci accompagnano non solo scandendo il tempo, ma anche determinandolo, sostituendosi ad attività da svolgere nella giornata: lo smartphone. Se siamo incuriositi dal sapere che ore sono, il gesto è immediato. L'uomo prende il cellulare dalla tasca, la donna dalla borsa. Si guarda l'ora, si legge qualche messaggio su WhatsApp, si aggiornano gli hashtag su instagram. La moda di indossare uno Swatch, piuttosto che un Cartier è ormai appunto solo una moda. Non bisogna generalizzare, certamente. Ma con l'immediatezza di uno smartphone sempre a portata di mano, a cosa serve ormai l'orologio? Come Andy Warhol disse, anticipando l'ondata del trend: "non indosso l'orologio per sapere l'ora". Stile, moda, tendenza. L'orologio va abbinato all'abbigliamento e si cerca sempre più di trasformarlo da "strumento" ad "accessorio". E le case di moda stanno ben riuscendo nell'impresa, andando al di là del tempo.